
Rock'n'Roll Train, singolo apripista dell'album Black Ice, presenta subito la band nel migliore dei modi: gli AC/DC hanno ancora il rock’n’roll nelle vene...e nei titoli delle canzoni! Rock’n’Roll Train ha un buon ritmo, ancorato ai classici 4/4 che hanno fatto la storia del rock, non troppo sostenuto ma neanche un mid-tempo. La produzione di Brendan O’Brien dona freschezza alla composizione e all’album tutto, caratteristica che era venuta a mancare nelle ultime due uscite discografiche Ballbreaker (1995) e Stiff Upper Lip (2000). Un riff semplice ed efficace, accompagnato da una buona e misurata prestazione di Brian Johnson al microfono, porta al ritornello da stadio impreziosito dal contro-coro “Running right off the trails” cantato a più voci come non si sentiva dai tempi di For Those About To Rock (1981). E’ una song che dà subito la carica e fa battere i piedi a tempo di rock! Skies On Fire riporta per il momento una certa calma. Col suo incedere sincopato della strofa e il riff secco iniziale si ha la sensazione che la canzone in questione spunti dai solchi del sottovalutato Flick Of The Switch (1983). Big Jack: e le cose si fanno serie…anzi divertenti! Phil Rudd alza il tempo, ma Brian Johnson non ne risente. La sua voce stride e urla, ma con una certa melodia che affiora nel ritornello, strutturato come appendice della strofa. Buon pezzo live, con Angus Young che regala ottime soluzioni solistiche. Qualcosa di nuovo per gli AC/DC si può ascoltare nel pezzo seguente, uno dei migliori di Black Ice, e cioè Anything Goes: qui la melodia la fa da padrona, con un Brian Johnson dai toni tanto melodici quanto ben inseriti nella struttura della canzone. Anche in questo caso non vi è un vero e proprio ritornello, come in Big Jack, e neppure un riff d’apertura…si parte in quarta! Nella strofa, il lavoro ritmico di Malcolm Young si fonde alla perfezione con la trama melodica imbastita dal fratello Angus, avvicinando lo stile della canzone a quello degli scozzesi Nazareth, melodico ma non certo pop. Ottimo pezzo da inserire nella scaletta dei concerti è la seguente War Machine, canzone dal ritmo sostenuto e trainata dal basso pulsante di Cliff Williams, che si può inserire nel filone di Hail Ceasar e Safe In New York City, anche se l’intro può ricordare l’antica Live Wire. Comunque una delle canzoni più vicine allo stile delle ultime uscite discografiche da studio. I due pezzi seguenti Smash’n’Grab e Spoilin’ For A Fight sono classiche songs targate AC/DC. Mentre Smash’n’Grab dopo un ottimo riff procede senza troppi sussulti, Spoilin’ For A Fight ci fa ritrovare un Angus Young in piena forma: il riff iniziale, ripreso nel ritornello (da gridare a squarciagola!), è micidiale! Questo pezzo, una dei più tirati dell’album, è arrembante e non sfigura affatto con i classici del passato in fatto di grinta. Nel brano seguente, Wheels è un pezzo che gode di un piacevole groove à la Powerage sia nella strofa sia nell’assolo di Angus Young, uno dei migliori presenti su Black Ice. La parentesi slow-blues dell’album si apre con la ZZTop-iana Decibel: caratterizzata dal cantato basso di Brian Johnson, potrebbe essere uno dei pezzi migliori del lotto, se non fosse - peccato veniale - per la struttura del bridge che risulta un po’ forzata e pesante all’ascolto. Una delle novità 2008 è la presenza della slide-guitar nella successiva Stormy May Day, da segnalare anche per l’eccellente prestazione vocale di Brian Johnson. Il lungo intro in slide (oltre il minuto!) con la sua dinamicità pareggia l’assenza dell’assolo di Angus Young, alle prese per la prima volta con la slide-guitar: ottima canzone, solida e diretta, senza esagerazioni di sorta, dal sapore southern-blues. She Likes Rock’n’Roll è un altro classico dei cinque australiani, con Cliff Williams nuovamente sugli scudi (la produzione di Brendan O’Brien gli rende finalmente giustizia!). Il riff in stile Back in Black (1980) è di sicura presa, accattivante nei cori a più voci “She Digs Rock’n’Roll...I Like Rock’n’Roll”, sicuramente un’ottima canzone anche in sede live. Money Made segue le orme di Anything Goes in melodicità, vivace e divertente, non perdendo però il piglio rock’n’roll. L’intreccio chitarristico di Malcolm e Angus Young è uno dei più riusciti dell’album, con un Brian Johnson ispirato nelle melodie vocali del ritornello. Canzone particolare per gli abitueè della band, ma di sicura presa. A seguire una sospresa, una song che potrebbe essere definita quasi una ballad, se non fosse stata scritta dagli AC/DC: Rock’n’Roll Dream. L’arpeggio iniziale ne è il leit-motiv: un Brian Johnson eccezionale dona corpo alla strofa con un cantato intenso; si sfocia poi in un ritornello hard e scarno, efficace nella sua semplicità. Angus Young arricchisce il tutto con una delle migliori partiture dell’album. Rocking All The Way è un tuffo negli anni settanta, una canzone che si fa largo a testa bassa, sbuffando vapore e rock’n’roll, e che racchiude quelli che si possono definire tra i migliori momenti di Angus Young in tutto l’album: è una canzone che vien voglia di cantare e ballare al primo ascolto. Infine la title-track, Black Ice, un up-tempo deciso che possiede come arma uno dei migliori riff creati dai fratelli Young dal 1980 ad oggi, ripetuto con cambi di tonalità, ma senza monotonia. Siamo difronte ad un grande album che migliora di ascolto in ascolto: la consacrazione definitiva per la più grande rock band del mondo!
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